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Stabilità chimica e fisica delle formulazioni

La stabilità fisica e chimica svolge un ruolo cruciale nello sviluppo, nella produzione e nella conservazione di un'ampia gamma di prodotti diversi, tra cui prodotti farmaceutici, cosmetici, alimentari e agrochimici. Tuttavia, esistono alcune importanti distinzioni nelle origini della stabilità fisica e chimica e nelle tecniche sperimentali utilizzate per misurarle.

Analisi delle dimensioni delle particelle - Panoramica di prodotto


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Stabilità fisica

La stabilità fisica si riferisce alla capacità di una formulazione di mantenere nel tempo le sue proprietà fisiche, come l'aspetto, la consistenza e la dimensione delle particelle. Sono stati compiuti molti sforzi e ricerche sui metodi di preparazione per migliorare la stabilità fisica delle formulazioni, in quanto una scarsa instabilità fisica può portare a problemi quali sedimentazione, creaming (affioramento) e caking (agglomeramento).1 L'instabilità fisica può anche avere effetti sull'efficacia e persino sulla sicurezza del prodotto.2

La stabilità fisica complessiva di un prodotto può essere influenzata da vari fattori, tra cui la temperatura, l'umidità e l'esposizione alla luce. Ad esempio, durante lo stoccaggio, la spedizione o l'utilizzo, l'esposizione a temperature elevate può portare alla separazione di fase o a variazioni nelle dimensioni delle particelle, con potenziali ripercussioni sulla percezione e sulla soddisfazione del cliente.3

Stabilità chimica

La stabilità chimica, invece, si riferisce alla capacità di una formulazione di mantenere l'integrità chimica e la potenza nel tempo. L'integrità e la potenza si riferiscono alle strutture molecolari degli ingredienti attivi di un prodotto e al fatto che rimangano intatte o invariate. L'instabilità chimica può portare alla degradazione dei farmaci o delle sostanze chimiche, che può influire sull'efficacia, sulla sicurezza e sulla durata di conservazione del prodotto (shelf-life) ed è normalmente influenzata da fluttuazioni del pH, ossidazione, processi di idrolisi o attività batterica.

L'ossigeno è molto problematico quando si tratta di stabilità chimica, poiché molte molecole di farmaci reagiscono con l'ossigeno, subendo un cambiamento chimico indesiderato. Le reazioni con l'ossigeno portano alla degradazione e alla formazione di impurità e prodotti di degradazione. L'idrolisi, che può verificarsi con l'esposizione all'acqua, è un processo simile che comporta problemi analoghi con la formazione di nuovi composti indesiderati.

Misurare la stabilità

I fenomeni che contribuiscono alla stabilità chimica e fisica di un campione sono diversi e richiedono quindi tecniche di misurazione distinte per l'analisi.

La stabilità fisica viene solitamente valutata mediante ispezione visiva e test a lungo termine: possono essere necessari anche diversi mesi per valutare se un campione presenta instabilità. I test di sedimentazione e creaming (affioramento) sono fondamentali nelle emulsioni per valutare se le particelle rimangono sospese, si depositano sul fondo o si separano dalla soluzione4.

La comprensione delle dimensioni delle particelle è fondamentale per determinare e prevedere la stabilità fisica e per eseguire misure reologiche per comprendere le proprietà fisiche e meccaniche del prodotto finale. Condurre una valutazione completa della stabilità fisica e a lungo termine può essere un processo piuttosto lungo. La strumentazione analitica avanzata può migliorare la produttività dei test, fornire una maggiore obiettività e consentire l'analisi del prodotto nel suo stato nativo.

La stabilità chimica viene solitamente valutata con metodi analitici utilizzati per l'identificazione chimica, come la cromatografia liquida o gassosa (HPLC - GC), la spettrometria di massa (MS) e la spettroscopia infrarossa (FTIR). Questi metodi aiutano a identificare e quantificare eventuali prodotti di degradazione o impurità che possono formarsi a causa dell'instabilità chimica. Inoltre, vengono condotti studi di stabilità in varie condizioni, quali temperatura, umidità e esposizione alla luce, per determinare la durata di conservazione del prodotto farmaceutico.

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La serie di strumentazione TURBISCAN dispone di dispositivi per l'invecchiamento, la durata di conservazione (shelf-life), la disperdibilità, la ridispersione, la separazione di fase, la destabilizzazione e i test di aggregazione, coprendo l'intero profilo delle potenziali instabilità fisiche del vostro prodotto.

Microtrac riconosce le numerose sfide del lavoro nel laboratorio moderno, come l'importanza di strumenti di dimensioni ridotte e di una rapida analisi dei dati a corredo delle misure. Pertanto, tutti i dispositivi TURBISCAN sono stati progettati tenendo conto della velocità e dell'efficienza, con l'obiettivo di ridurre al minimo l'ingombro in laboratorio. Sono dotati di valutazioni di stabilità con un solo clic.

Progettata per essere facile da usare, la gamma TURBISCAN non richiede l'intervento di operatori esperti e offre condizioni di prova comprese tra 20 e 60 °C e garantisce la stabilità dei prodotti in qualsiasi ambiente al momento dell'immissione sul mercato. L'inclusione dell'analisi quantitativa semplifica i confronti tra i prodotti e consente di valutare l'efficacia dei miglioramenti di processo e delle modifiche progettuali.

Diversi strumenti, tra cui il TURBISCAN TOWER e il TURBISCAN TRILAB, possono eseguire vari tipi di misurazioni e test, con il TURBISCAN LAB riconosciuto come lo standard globale per l'analisi di stabilità.

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